Le azzurre battono la Tuchia 3-2 (25-17, 20-25, 18-25, 25-19, 15-10), faticando non poco ma riuscendo a trovare carattere e motivazione anche quando la qualità del proprio gioco si faceva altalenante. La vittoria arriva dopo due ore di gioco, davanti a quasi 2500 spettatori entusiasti e in un clima a dir poco rovente.
Le azzurre partono alla grande, con la coppia Guiggi-Piccinini ancora in grande spolvero capaci di rimediare anche ad un inizio sottotono della Aguero, sofferente a causa di guai muscolare che la limitano notevolmente. La Turchia, da parte sua, favorisce l'Italia cominciado il match in modo molto timoroso. Ma si riprende, ahimè, subito dopo aver perso il primo set: secondo e terzo parziale, infatti, sono un dominio assoluto della nazionale turca, guidate dall’italiano Alessandro Chiappini.
Quando tutto sembra perduto, l’esperienza e la classe maturata sui parquet internazionali dalla Aguero, dalla Piccinini, dalla Rinieri e dal capitano Lo Bianco, permettono al sestetto azzurro di strappare con le unghie e con i denti un quarto set emozionante e palpitante.
Il quinto parziale vede prevalere le strategie: i due allenatori non cedono di un millimetro e non mostrano mai il fianco all’avversario.
Determinante per la vittoria finale è anche la vittoria del sorteggio all’inizio del quinto, con la decisione di andare subito al servizio. Una prova di carattere e di forza, che si concretizza in un break iniziale di 3-0 (e con due muri a due devastanti sulla forte Neslihan). Su questo bottino iniziale favorevole, l’Italia costruisce mattone su mattone la sua strada verso l'oro. Ed è un oro che ripaga tutto il team azzurro per i sacrifici affrontati nelle ultime competizioni internazionali.
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